Quando un vino si dice DOC
La denominazione di un vino è davvero molto importante in quanto individua l’area o la regione di coltivazione delle uve di un particolare vino e ne classifica, secondo la legge e le normative, le caratteristiche qualitative. Il significato di DOC cioè denominazione di origine controllata rappresenta quindi, in prima istanza, il forte legame esistente tra il vino e il proprio territorio di origine, il luogo in cui questo vino viene prodotto, l’origine del vino e delle uve da cui deriva. La scelta del legislatore di individuare una classificazione attraverso la denominazione dei vini italiani ha grande valore proprio perché esalta il legame di un vino con il proprio territorio di origine e ne specifica la qualità, il pregio.
Nello schema sotto riportato, detto Piramide italiana della classificazione dei vini, è possibile individuare in modo immediato la suddivisione nelle quattro categorie principali definite dalla normativa di legge che ne evidenzia i diversi aspetti qualitativi. Alla base troviamo i vini generici ed i vini varietali italiani quindi il vecchio tavola bianco e tavola rosso. Nella fascia centrale troviamo il vino IGT che significa ad indicazione geografica tipica, ed infine nella parte più in alto, troviamo le denominazioni di origine protette che si distinguono a loro volta nella DOC e nella DOCG.
La DOC che significa denominazione di origine controllata assieme alla DOCG che significa denominazione di origine controllata e garantita rappresentano quindi la punta qualitativa della piramide italiana per la classificazione dei vini. I vini DOC italiani, insieme ai vini DOCG, rappresentano circa il 30% dell’intera produzione enologica.
Il disciplinare di produzione della DOC
Un vino DOC si distingue anche da un vino IGT perché deve rispondere ad un disciplinare di produzione; questo disciplinare identifica i luoghi in cui il vino può essere prodotto, i vari comuni, le frazioni, le colline, ecc. Definisce anche la quantità di uva che si può produrre e quali sono le gradazioni alcoliche minime da rispettare. Ulteriori parametri (da rispettare) riguardano il colore, il gusto, il profumo ed eventualmente la pressione nel caso di un vino frizzante o uno spumante. Il vino DOC, prima dell’immissione in commercio, viene definito “vino atto DOC” cioè con le caratteristiche per divenire DOC. Per poter essere immesso al consumo deve essere comunque prima certificato DOC.
Come avviene la certificazione DOC di un vino?
Per effettuare la certificazione DOC di un vino occorre che l’ente di controllo, che è un ente terzo alla cantina, prelevi un campione della massa di vino “atto DOC” che si vuole certificare. Questo vino verrà controllato prima a livello analitico per verificare i parametri di corrispondenza al disciplinare; se i parametri chimici corrispondono nei limiti minimi del disciplinare, questo vino potrà andare in una commissione di degustazione tecnica dove verrà assaggiato alla cieca da degustatori tecnici formati (sostanzialmente enologi oppure impiegati di servizi tecnici all’agricoltura).
Se il vino supera anche questo secondo step, l’azienda riceve un comunicato ufficiale che certifica che quella specifica partita “atto DOC” è diventata DOC. Da quel momento la cantina può imbottigliare il vino e può procedere alla sua commercializzazione.
Un vino DOC immesso al consumo può avere o meno, a seconda del disciplinare, una fascetta identificativa con un codice alfanumerico che serve per la tracciabilità. Nel caso in cui non sia previsto, come nel caso dei vini di Piacenza, la tracciabilità va necessariamente garantita con l’indicazione del lotto che viene stampato in retroetichetta sulla bottiglia.
I vini DOC di Cantina Valtidone
La produzione di Cantina Valtidone è costituita per circa il 90% da vini a denominazione di origine controllata. Questa azienda produce nelle fattispecie vini di tre differenti DOC: la più famosa è la “Gutturnio DOC” che identifica l’omonimo vino rosso della zona (appunto il Gutturnio) che da disciplinare può essere prodotto nelle due diverse tipologie frizzante e fermo. I vini frizzanti sono solitamente da consumarsi più giovani, mentre quelli fermi si prestano anche ad un eventuale invecchiamento in botte ed in generale possono essere bevuti / apprezzati a distanza di tempo. I vini fermi, inoltre, a seconda del tipo di affinamento e della gradazione alcolica di partenza, possono fregiarsi del titolo di “Superiore” o “Riserva”.
Un’altra Doc che produce Cantina Valtidone e molto nota sul territorio piacentino è la “Ortrugo dei Colli Piacentini”. Si tratta di un vino bianco prodotto con uve dell’omonimo vitigno autoctono che non si trova in altre zone d’Italia.
L’Ortrugo ha un proprio disciplinare che prevede che il vino possa essere fatto in diverse versioni. Quella frizzante, la più conosciuta e proposta in svariate gamme quali Armonia della linea Vinum Merum, 50 Vendemmie, Cantagallo; quella ferma come Zefiro della linea Vinum Merum e nella versione spumante quale l’Unic’o brut.
Infine, una terza doc chiamata “DOC Colli Piacentini” racchiude tutto il resto della produzione di Cantina Valtidone. Il termine “DOC Colli Piacentini va poi abbinato al vitigno relativo al vino in bottiglia come ad esempio: “DOC Colli Piacentini Bonarda”, “DOC Colli Piacentini Barbera” e “DOC Colli Piacentini Malvasia”.
Approfondimento a cura del nostro enologo Francesco Fissore
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