Un vitigno piacentino, l’Ortrugo
L’Ortrugo è stato confinato allo stato di uva da taglio almeno fino alla metà degli anni Settanta, quando una famiglia del piacentino, con una storia che risale al XVI secolo, selezionò le vecchie viti per produrre un Ortrugo in purezza. Risale a quegli anni anche la nascita di due nuovi cloni, grazie alla collaborazione con l’Università di Piacenza, che sono stati poi ripiantati, a partire dagli anni Ottanta, un po’ in tutto il territorio: un piccolo successo, per un vitigno a bacca bianca autoctono, da sempre presente nel territorio, diventato oggi il più allevato, davanti a qualsiasi tipo di varietà internazionale. E questo, nonostante, con l’affermarsi della Malvasia di Candia aromatica, i vigneti di Ortrugo sono stati fino agli anni Settanta in larga parte estirpati. Il vino si presenta di colore paglierino chiaro tendente al verdognolo e ha un sapore secco o abboccato con un retrogusto amarognolo. Viene in genere , e tradizionalmente, prodotto nelle tipologie frizzante o spumante, come fa Cantina Valtidone, ma ultimamente, per andare incontro ai gusti di un pubblico più vasto, sono arrivate sul mercato anche versioni ferme di Ortrugo.
Descrizione Ampelografica dell’Ortrugo
Foglia: grande, un po’ reniforme, trilobata ma talora anche pentalobata, seno peziolare a U molto aperto, quasi a graffa; seni laterali superiori profondi, tendenti a chiudersi; seni laterali inferiori appena accennati; angolo alla sommità del lobo mediano, ottuso; lobi piegati a gronda, abbastanza marcati (spesso la foglia presenta 4 lobi); lembo ondulato; pagina superiore verde chiaro, opaca, un po’ bollosa; pagina inferiore lanugginosa, grigio verde; nervature appariscenti, rosate alla base, setolose; denti abbastanza pronunciati, con margini convessi, a base larga, mucronati.
Grappolo: grosso (lungo 18-20 cm circa), cilindro-conico, spesso con un’ala, allungato, molto compatto; peduncolo visibile, semilegnoso; pedicelli molto sottili, corti, verdi; cercine evidente, verde-bruno; pennello corto, verde giallastro.
Acino: medio, sferoide; buccia di color giallo verdastro, un po’ punteggiata, pruinosa, coriacea, astringente, con ombelico persistente; polpa succosa, sapore semplice.
Vinaccioli: in numero di due per acino, mezzani, con becco lungo.
Gli abbinamenti con l’Ortrugo
L’Ortrugo si sposa bene con antipasti assortiti, anche a base di salumi o pesci affumicati, primi piatti leggeri, secondi piatti a base di verdura o di pesce, prodotti del territorio e non come il Prosciutto di Parma, ma anche le frittate, l’erbazzone, le minestre di verdure.
I vini ortrugo della nostra cantina
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