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Spumante e Prosecco Curiosità | Approfondimento

Compleanni, anniversari, un successo sul lavoro o il semplice desiderio di condividere un momento di felicità: sono tanti i motivi per stappare una bottiglia di buon vino, a maggior ragione se si tratta di spumante. Un rito che, con buona pace dei francesi, appartiene da sempre alla nostra cultura. L’Italia offre un’ampia varietà di scelta e nel corso degli anni produzione e qualità delle nostre bollicine è andata crescendo, con ottimi risultati di vendita anche all’estero. Tra questi figura il Prosecco che tuttavia ha caratteristiche ben distinte dal vino spumante per quanto riguarda zona, uva e metodo di produzione.

Come nasce lo Spumante

I vini spumante hanno un’elevata percentuale di anidride carbonica disciolta: essa conferisce una sovrapressione di almeno 3 atmosfere confinate all’interno della bottiglia chiusa, andando a creare, nel momento dell’apertura, la classica spuma. La finezza e la persistenza del perlage definiscono la qualità dello Spumante. Le metodologie di produzione sono principalmente due. Il metodo classico, o champenoise, è quello elaborato circa tra il 1600 ed il 1700 in Francia nella regione Champagne. Tra i primi pionieri di questa pratica troviamo il famoso abate cantiniere Dom Pérignon. Una tecnica che si è affinata nel corso dei secoli, e che consiste nella rifermentazione in bottiglia. Il secondo metodo viene detto Martinotti – Charmat, ed è stato messo a punto in Italia tra la fine dell’800 e l’inizio del 900, per la produzione su scala industriale con rifermentazione in autoclave.

Quali vitigni più adatti per lo Spumante

Una tipologia di vino così duttile non può che nascere da vitigni differenti, ciascuno dei quali concorre con le proprie peculiarità a donare sfumature, aromi e verve alla bottiglia che ci apprestiamo a stappare. Tra le uve più adatte ad essere trasformate in Spumante troviamo il pregiato Pinot nero, che a dispetto del nome è un’ottima base per le bollicine, perché i suoi grappoli scuri possono essere vinificati in bianco, lo Chardonnay, la Glera per il Prosecco, così come la Malvasia e il tipico Ortrugo dei colli piacentini.

Qual è la differenza tra Spumante e Prosecco?

“Spumante” è un termine generico che comprende tutta la grande famiglia dei vini rifermentati e con sovrapressione di almeno 3 bar, mentre “Prosecco” identifica un preciso vino, che si differenzia dal termine generico per tre fattori principali: la zona, la materia prima impiegata, cioè l’uva, e il metodo di produzione.  In base al disciplinare di produzione, può definirsi Prosecco Doc solo il vino prodotto in alcune zone del Veneto e del Friuli-Venezia Giulia. Il Prosecco DOCG – denominazione di origine controllata – è invece prodotto solo nelle colline di Treviso, come il Conegliano Valdobbiadene DOCG e l’Asolo Prosecco DOCG, il fiore all’occhiello di questa tipologia di vino. Altra caratteristica fondamentale è l’uva utilizzata, la Glera (almeno all’85%), una qualità tipica del nord est d’Italia nota fin dall’età dei romani. Si tratta di un’uva bianca, con grappoli di colore paglierino.

Un Prosecco, tre varietà

Non tutto il Prosecco può essere considerato spumante, anzi ne esistono tre differenti tipologie. Esiste il Prosecco tranquillo, un vino bianco fermo, che può diventare frizzante, con un perlage meno consistente. Le caratteristiche bollicine del Prosecco spumante derivano invece dal metodo Martinotti – Charmat, con rifermentazione in autoclave di almeno 30 giorni. È questo il metodo di produzione principale del Prosecco spumante.

Spumante e Prosecco, un confronto

Per quanto riguarda il dosaggio residuo, non c’è differenza tra Prosecco e Spumante: per entrambi si parla di dry, brut e le varie sfumature intermedie, influenzate dal livello di zuccheri presenti. Ma le differenze e affinità tra prosecco e spumante possono essere testate in degustazione. Ad esempio lo spumante a base di uve bianche della Valtidone, dagli aromi floreali e dal gusto fresco e morbido, può richiamare il prosecco extra dry, vino amabile e dalle note dolci, con una punta persistente di acidità. Lo spumante rosé, ottenuto con metodo Charmat da uve della Valtidone, dal profumo di frutta fresca e con un gusto piacevolmente morbido, trova il suo contraltare nel Prosecco rosé extra dry, dall’aroma di frutti rossi e con il perlage fine. Un confronto di eccellenza, invece, è quello tra il Blanc des Blancs, prodotto con metodo Charmat su base Chardonnay, fresco e elegante, con il Prosecco di alta gamma, come il Conegliano Valdobbiadene DOCG e l’Asolo Prosecco DOCG.

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