Vini d’annata | Approfondimento
“Questo vino è di un’ottima annata”. Quante volte viene pronunciata questa frase al momento di stappare una bottiglia, magari al ristorante o nell’offrirla a un amico? E’ sicuramente un elemento importante nel definire il pregio del vino che stiamo per degustare. A differenza di quello che si può pensare non necessariamente ha a che fare con il suo invecchiamento: un’annata ottima può essere relativamente recente e non è necessario andare indietro di decenni per attribuirle valore. Inoltre non è questo l’unico parametro per stabilire la qualità di un vino: in annate poco felici – per le condizioni meteorologiche, come ultimamente spesso accade – è ugualmente possibile produrre ottime bottiglie, grazie alla perizia dell’enologo della cantina. Vero è che l’annata può avere un peso, non indifferente, qualora quello che si stia cercando è un investimento a lungo termine.
Cosa si intende per vino d’annata?
Un vino si definisce d’annata quando la maggior parte delle uve utilizzate – minimo l’85% – è stata vendemmiata nello stesso anno. Aspetto che viene sempre riportato, non a caso, in giusta evidenza su ogni bottiglia. Questo significa che c’è maggiore omogeneità nel prodotto. Come detto più volte, il vino è un prodotto vivo. Le diverse condizioni climatiche possono determinare significativi cambiamenti in vigna: un’annata più siccitosa, con temperature più elevate, avrà sicuramente un impatto sulla maturazione dell’uva, modificandone il contenuto zuccherino e acidità ovviamente anche in fase di vinificazione. La stessa tipologia di vino, prodotta dalla stessa cantina con le stesse uve, potrà avere sfumature diverse, proprio in base all’annata.
Qual è un’ottima annata
Come si è intuito, sono le condizioni atmosferiche a rendere un’annata più o meno eccezionale. In particolare, è l’equilibrio di tre aspetti – luce, calore e umidità – a giocare un ruolo fondamentale, nelle varie fasi della vita in vigna e non solo quando i grappoli stanno già maturando, e attendono solo di essere colti. Ad esempio in primavera, dal germogliamento alla fioritura nei mesi di aprile e maggio, il clima ideale è mite, con la giusta quantità di pioggia. Nei mesi successivi, al momento dell’invaiatura ossia nella fase precoce di maturazione dei frutti, quando gli acini iniziano ad abbandonare il colore verde per assumere sfumature color rubino o tonalità gialle, a seconda della varietà, meglio temperature più elevate e piogge contenute, per evitare l’insorgere di patologie. Da agosto fino a settembre, nel pieno della maturazione fino a quando inizia la vendemmia, l’ideale sarebbe poter avere un deciso sbalzo termico tra il giorno e la notte per consentire ai chicchi di sviluppare meglio i propri aromi.
Quali sono le annate migliori
Con questi presupposti, è ovvio che il ventaglio di scelte possa cambiare da regione e regione, così come tra Paesi all’estero, ma anche più semplicemente tra vini bianchi e rossi. L’esame vero e proprio inizia quando le bottiglie sono pronte per la degustazione degli esperti: secondo un giudizio unanime, sia il 2000 che il 2001 sono state grandi annate per alcune delle eccellenze italiane, per quanto riguarda i vini rossi come Barolo, Brunello e Amarone, mentre il 2002 resterà negli annali come mediocre. Di contro, il 2003 è stata un’ottima annata per tutti i vini. Altre annate eccellenti sono quelle del 2006 e del 2016. Da dimenticare invece quella dell’anno successivo, il 2017. Sul fronte dei vini bianchi, invece, molto bene quella del 2004, mentre il 2010 ha visto risultati altalenanti, a seconda delle regioni italiane. Confermato, così come per i rossi, il 2017 come annus horribilis anche per i bianchi. Da ricordare invece il 2020: l’impatto del covid nella riduzione degli spostamenti e, di conseguenza, anche degli inquinanti, si è fatto sentire sia in vigna che in cantina.
Come conservare il vino d’annata
Sarebbe davvero un peccato riuscire ad aggiudicarsi una bottiglia di questi vini, nati in annate davvero eccezionali, conservarli in attesa di una occasione speciale e poi, giunto il momento di assaporarli scoprire che non sono stati conservati nella maniera corretta. I consigli da adottare, in questo caso, sono più o meno gli stessi: meglio conservare le bottiglie in orizzontale, in una cantina con la giusta umidità e ovviamente non sugli scaffali in cucina. Se si hanno spazio e la possibilità, meglio dotarsi di una cantinetta. Opportuno poi ricordare che tutti vini hanno una durata, un arco di tempo per poterli assaporare per poterne apprezzare le caratteristiche organolettiche. Di solito, i vini bianchi sono più delicati dei rossi, ma non sempre vale la regola che debbano essere stappati nell’anno di produzione. La differenza varia da vitigno a vitigno, anche se è meglio non attendere più di qualche anno.
I vini d’annata sono un buon investimento?
La conservazione dei vini d’annata diventa cruciale se, invece di essere una piccola coccola tutta per sé, li si considera come un investimento. Sono infatti un assett più solido di quanto possa sembrare, perché immuni dalle volatili regole del mercato finanziario. Il valore di questi beni viene definito in partenza, in base alle già citate condizioni climatiche dell’anno di produzione, il prestigio della cantina, la domanda. Devono poi essere rispettati alcuni parametri. Il perfetto vino da investimento deve rientrare in un’ottima annata, essere di una varietà di pregio, aver ottenuto alti punteggi dai critici specializzati, essere ricercata e quindi scambiabile sul mercato. Non solo: prima di procedere all’acquisto meglio sincerarsi dello stato della bottiglia, che deve ovviamente essere perfettamente integra e in uno stato di conservazione ottimale. Come definire il valore di ciò che si intende acquistare e dove rifornirsi? Un buon punto di partenza è la piattaforma di trading Liv-ex Fine Wine 100, che definisce su base annuale il movimento dei prezzi di 100 dei vini più ricercati a livello internazionale. Da acquistare o direttamente dal produttore – nel caso di vini più giovani – o attraverso aste specializzate.
Vini d’annata e riserve storiche
Tutti gli appassionati di vino e cinema di sicuro si ricordano la famosa scena di Sideways, in cui il protagonista in un momento di sconforto decide di stappare una bottiglia di Cheval Blanc del 1962. Ecco, questo bordeaux è sicuramente uno dei vini più pregiati al mondo, di un’annata eccellente. Non fanno eccezione anche vini rossi importanti italiani, come Barolo e Barbaresco degli anni Sessanta, per arrivare fino agli anni Venti. Vere e proprie rarità da conservare come un tesoro, testimonianza dell’arte di fare vino.
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