Vino e dieta | Approfondimento
Vino a tavola, compagno ideale o peccato di gola? Accompagnare un piatto, dal più semplice al più elaborato, con un bicchiere di vino è una consuetudine per noi italiani. Negli ultimi anni, però, si è iniziato a prestare sempre maggiore attenzione alla qualità e alla quantità di quello che mangiamo, per tutelare la nostra salute ed evitare al girovita di continuare a lievitare. I consigli sulle restrizioni caloriche da adottare, gli alimenti da privilegiare e quali invece da eliminare, abbondano. Come dobbiamo comportaci, invece, se siamo a dieta e ci viene offerto un calice di vino?
Il vino come fabbisogno culturale
“Il vino fa parte della nostra cultura – spiega Filippo Rossi, ricercatore nell’ambito della Nutrizione Umana dell’Università Cattolica di Piacenza – e vediamo come elemento comune, in altre culture, la presenza di bevande alcoliche. Ad esempio il Giappone ha il saké, ottenuto fermentando il riso, in Africa sono diffuse birre ottenute, in questo caso, dalla fermentazione del mais, mentre in Centro America una delle bevande tradizionali, leggermente alcolica, troviamo il pulque”. “La cosa curiosa – sottolinea – è che il nostro corpo non ha un fabbisogno di alcol, mentre invece necessita di altri nutrimenti, come carboidrati, lipidi, proteine, vitamine e minerali. Nonostante questo in tutte le tradizioni sono presenti bevande alcoliche, come se il loro compito fosse quello di adempiere a un fabbisogno culturale e sociale, piuttosto che alimentare. Pensiamo ad esempio come il consumare il pasto insieme ai familiari e altre persone sia stato un momento importante per l’evoluzione dell’uomo”. “Non dobbiamo concepire il nostro corpo come se fosse una macchina, che necessita di determinati componenti per poter funzionare in modo ottimale. Siamo qualcosa in più, non siamo definibili dalle mere reazioni biochimiche dell’organismo. Il fatto che siamo riusciti a creare le bevande alcoliche è un altro elemento che ci differenzia dagli animali, che si nutrono solo con ciò che serve al loro metabolismo”.
Il vino come alimento
“Il vino è un alimento energetico, un derivato dello zucchero. Dalla sua fermentazione ottengo l’alcol. La differenza, rispetto ad altre bevande alcoliche, come ad esempio la vodka, è che un bicchiere di vino, magari di buon gutturnio, oltre all’alcol contiene molecole di polifenoli – spiega il nutrizionista – che hanno un’azione antinfiammatoria e antiossidante”. “Qualche anno fa aveva destato molto interesse uno studio francese, in cui si metteva in relazione il consumo di vino con la riduzione di patologie cardiache. Gli esiti di questa ricerca non sono perfettamente sovrapponibili con la situazione italiana, anche perché le nostre abitudini alimentari sono diverse – i francesi, ad esempio, mangiano più verdure di noi italiani -, ma è vero che l’alcol è un vaso dilatatore, e i già citati polifenoli aumentano l’elasticità delle nostre arterie e vene. Un uso moderato può quindi aiutare la circolazione: ovviamente stiamo parlando di un’unità alcolica al giorno, assunta come vino e non come superalcolico”.
Il vino e le calorie
“Stiamo parlando di un alimento energetico, tant’è che gli equipaggi a bordo delle galee all’epoca della Serenissima Repubblica di Venezia si nutrivano con il panbiscotto, un pane cotto due volte e intinto nel vino diluito con l’acqua, proprio perché era una bevanda con tante calorie” spiega l’esperto. “Il vino è una fonte di energia, ma di pronto utilizzo: qui a fare la differenza è lo svolgere o meno un lavoro continuo o pesante”. Ritmi di vita sicuramente paragonabili ai nostri, quindi come potersi orientare, al momento della scelta del vino: quale tipologia ha più calorie, quello bianco o rosso? Fermo o frizzante? “Non c’è grande differenza. Occorre tenere presente che un grammo di alcol equivale a 7 Kcal. Un grammo di grasso, olio o burro che sia, sono 9 Kcal, 1 grammo di carboidrati equivale a 4, così come le proteine. Mezzo bicchiere di vino, una quantità pari a 100 ml, sono 70 Kcal. Facendo un confronto con altri alimenti – continua il nutrizionista Rossi – 100 grammi di pasta bianca, senza calcolare eventuali condimenti, è 354 Kcal. Quindi le calorie contenute in 100 ml di vino, equivalgono a 20 grammi di pasta. Se si beve un bicchiere intero, 200 ml, è come mangiare 40 grammi di pasta. Se si beve un bicchiere di vino sia a pranzo che a cena, equivale ad aver ingurgitato un piatto in più di pasta al giorno, senza rendersene conto. E’ per questo che l’alcol fa ingrassare”.
Il vino e la dieta
“Come abbiamo già detto, il consumo di bevande alcoliche è un fabbisogno sociale. E se si segue una dieta per dimagrire, è meglio astenersi dal berne” è il giudizio dell’esperto. Adottare strategie di ‘compensazione’, ad esempio ridurre l’apporto di carboidrati a vantaggio di mezzo bicchiere di vino, non funziona. “Alcol e carboidrati vengono assimilati in maniera diversa dall’organismo – spiega -. Ad esempio il pane viene assimilato in maniera più lenta e in misura minore rispetto all’alcol che, come abbiamo detto rappresenta una fonte di energia di pronto consumo. Se non viene ‘bruciata’ velocemente, ad esempio con un’adeguata attività fisica, si trasforma in grasso, che gli uomini accumuleranno sulla pancia e le donne sui fianchi”. Anche sostituire il vino con la birra, partendo dall’assunto che, essendo meno alcolica, sia anche meno calorica, rischia di essere controproducente se si sta seguendo un regime dietetico ipocalorico. “Oltre al fatto che il vino ha il vantaggio dei polifenoli, va ricordato che la birra, seppur con una percentuale del 5% o del 6-7% di alcol, viene assunta in quantità maggiori. Mezzo litro di birra al 6% porta in dote un quantitativo di zuccheri e di alcol (24g) superiori a un bicchiere di vino (20 g per 200 ml) che – conclude l’esperto – produce un picco alcolemico più contenuto, se sorseggiato nell’arco di almeno una mezz’ora durante il pasto, piuttosto che a stomaco vuoto”.
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