Orange wine | Approfondimento
Vino bianco, rosso o orange? Diventati negli ultimi anni una proposta di tendenza, in realtà gli orange wine, o vini bianchi macerati, hanno alle spalle una storia molto antica che affonda nelle radici della tradizione contadina. Infatti lungi dall’essere una novità, gli orange wine sono una riscoperta: non sono molto diversi dai vini che uscivano dalle cantine delle nostre campagne fino agli anni Sessanta.
Cosa sono gli orange wine
A dispetto di quello che si potrebbe pensare, visto il loro colore ambrato – orange, appunto – questi vini nascono solo da uve a bacca bianca, che vengono però trattate come se fossero a bacca rossa. Il metodo utilizzato per la produzione è quello della macerazione, con il mosto a contatto con bucce e vinaccioli. La durata di questo procedimento può variare a seconda delle intenzioni del produttore. Si passa qualche giorno a qualche mese, ed è in questo modo che il vino acquisisce la sua particolare colorazione aranciata e la sua struttura organolettica, diversa dai vini bianchi tradizionali.
Nuovo vino, tradizione antica
Diventati di moda tra la fine degli anni Novanta e il Duemila, gli orange wine vantano però una tradizione antica. Questo metodo di vinificazione ha migliaia di anni, e viene fatto risalire addirittura all’attuale Georgia. Ancora adesso nella zona vengono utilizzate particolari anfore in terracotta, chiamate kvevri, per la macerazione del vino, che avviene dopo aver interrato questi recipienti. Una procedura arcaica e affascinante, tanto da diventare nel 2013 patrimonio nell’Unesco, che ha trovato nuovi estimatori in Italia, soprattutto nella zona del Friuli Venezia Giulia, e in tutto il mondo. In realtà, quello della fermentazione delle bucce, non si tratta di un metodo di produzione molto diverso da quello che veniva impiegato anche nel nostro Paese fino agli anni Sessanta, quando ancora non erano state affinate nuove tecnologie di vinificazione.
Pregio o difetto
Ciascun appassionato di vino ha le proprie preferenze, tra chi apprezza di più il vino rosso o bianco, fermo o frizzante. Gli orange wine forse dividono ancora di più gli amanti del vino, tra chi li esalta rispetto ai canonici bianchi o rosati, perché ne apprezza il fascino anticonvenzionale, e chi invece li considera l’esaltazione di un difetto di produzione, con acidità molto marcata, quando il processo di macerazione è più ridotto, o con la perdita degli aromi primari delle uve utilizzate, quando invece la macerazione è prolungata.
Orange wines, le caratteristiche
L’unico modo per trovare risposta a questi giudizi contrapposti, occorre conoscere meglio la famiglia dei vini macerati. Vengono utilizzate uve a bacca bianca e, visto il prolungato contatto delle bucce con il mosto, spesso si prediligono quelle coltivate secondo l’agricoltura biologica o biodinamica, ossia con il minor intervento da parte dell’uomo. Il prolungato contatto con le bucce da un lato regala al vino un colore più carico, ambrato, e gli conferisce un gusto più tannico, rispetto ai classici bianchi, con aromi erbacei e fruttati, senza però rinunciare a freschezza e sapidità. Prima di servire il vino è necessaria qualche accortezza. Non essendo sottoposti a filtrazione, gli orange wine possono avere un po’ di sedimento. Meglio quindi tenere in piedi la bottiglia o usare un decanter. La temperatura ideale per la degustazione è compresa tra i 14 e i 16 gradi; il calice consigliato per il servizio è quello per vini rossi di media struttura.
Quali uve vengono utilizzate
Una buccia spessa, in grado di conferire tannini e colore: sono queste le qualità principali delle uve bianche utilizzate per gli orange wine. Caratteristiche importanti nel processo di macerazione. Per questo tra le qualità più utilizzate figurano la Ribolla Gialla, così come la Malvasia, il Trebbiano, il Verdicchio, Chardonnay e Pinot Grigio.
Gli abbinamenti con il cibo
Vista la presenza più marcata dei tannini, rispetto ai vini bianchi, e al tempo stesso di quella classica freschezza e sapidità, che solitamente difettano ai rossi, gli orange wine si prestano ad abbinamenti originali in ambito culinario. Possono accompagnare primi saporiti e ben conditi, così come piatti di carne, anche rossa, fino ad arrivare a pietanze della cucina asiatica, soprattutto quella speziata, e a formaggi molto stagionati e erborinati.
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