Vini e spirito cooperativo in trionfo a Vivite
Si è chiusa domenica sera la due giorni dedicata al vino cooperativo proposta all’interno del Museo della Scienza e della Tecnica di Milano. Vivite, questo il nome della manifestazione giunta alla seconda edizione, ha riunito circa 70 cooperative vitivinicole che hanno proposto assaggi e degustazione dei propri vini provenienti dal duro lavoro dei propri soci.
Particolarmente apprezzata la partecipazione di Cantina Valtidone sia dal punto di vista della qualità del prodotto, sia relativamente alla realtà aziendale. Sotto i riflettori del festival milanese sono così finiti da un lato la linea 50 Vendemmie e la storia che vi sottende e lo spirito cooperativo della cantina che grazie alla oculata gestione aziendale ha potuto garantire negli ultimi anni un deciso incremento del pagamento delle uve ai propri soci, aumentando in questo modo la redditività dei terreni e contribuendo ad sostenere il tessuto economico e sociale non solo dei 220 soci ma di tutto il territorio della Val Tidone. Dai poco meno di 40 euro al quintale del 2013, Cantina Valtidone è riuscita a passare a una media di 70 euro al quintale per le uve conferite dai suoi soci, superando in modo consistente quello che è considerato il “punto di pareggio” per i soci cooperatori, che è di 50 euro al quintale. “Un risultato – commentano in Cantina – frutto del lavoro e della condivisione di tutti, dai soci ai cantinieri al consiglio di amministrazione che ha messo questo traguardo tra i primi obiettivi del mandato”.
Sul banco d’assaggio di Cantina Valtidone nei due giorni di Vivite, le migliaia di visitatori hanno potuto degustare il meglio della produzione dell’azienda borgonovese, concentrandosi in particolare sulla linea biologica Villa Tavernago e sulla linea 50 Vendemmie, il top di gamma della cooperativa.
Nata nel 2016 in occasione del 50° anniversario di attività dell’azienda, la linea 50 Vendemmie ha debuttato prima con un Gutturnio e un Malvasia in versione frizzante, capaci di conquistare consensi per qualità del prodotto e dell’immagine, ai quali si sono aggiunti nel 2017 le versioni ferme. La quinta stella della linea è arrivata quest’anno con l’Ortrugo, vitigno autoctono del territorio piacentino, che ha.
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