Il fiore della vite e l’importanza della fioritura per l’annata | Approfondimento
Tutte le piante, come è noto, hanno un ciclo vitale che si ripete annualmente. Nel caso specifico della vite, il ciclo vitale comprende, essenzialmente, un sotto-ciclo vegetativo e un sotto-ciclo riproduttivo che avvengono contemporaneamente da marzo (pianto, germogliamento) a novembre (caduta delle foglie, filloptosi). Il sotto-ciclo vegetativo comprende il germogliamento, l’accrescimento della parete fogliare e dei germogli, l’agostamento con la lignificazione del tralcio e la maturazione dell’uva e, infine, la caduta delle foglie. Il sotto-ciclo riproduttivo parte dall’uscita della dormienza delle gemme differenziatesi l’anno precedente, per passare poi alla fioritura, alla differenziazione delle gemme miste per la prossima annata, all’allegagione o fecondazione del fiore, all’accrescimento degli acini e infine alla vendemmia.
Il fiore della vite
Il fiore della vite è tecnicamente un’infiorescenza detta “a racemolo”, o grappolo composto, inserita sul nodo in posizione opposta alla foglia. Deriva da abbozzi fiorali che si sviluppano l’estate precedente alla fioritura della vite e ogni infiorescenza porta da 100 a 2.000 fiori a seconda della varietà coltivata. I fiori sono essenzialmente ermafroditi formati da calice, corolla, androceo con 5 stami che portano il polline, gineceo o pistillo con l’ovario che contiene solitamente i 4 ovuli che verranno fecondati dai granuli pollinici. Alla base dell’ovario si trovano anche delle ghiandole odorifere responsabili dell’intenso e delicatissimo profumo della vite in fiore.
I primi grappolini fiorali compaiono al germogliamento e la antesi, o fioritura, avviene tra fine maggio e inizio giugno. Il meccanismo nella vite è molto particolare poiché il fiore, ermafrodita, è racchiuso dalla corolla posta alla base dei petali, detta “caliptra”, e durante la fioritura la caliptra viene spinta via dagli stami che si ergono (scaliptratura). Nella vite avviene spesso anche la cleistogamia (nozze nascoste), un fenomeno per cui la fecondazione avviene nel fiore ancora chiuso dalla caliptra. Tale meccanismo non riesce però a garantire da solo la totale fecondazione dei fiori che avviene normalmente con la scaliptratura e tra diversi fiori ermafroditi (eterogamia). La fioritura inizia sempre dai fiori centrali, poi coinvolge la base, poi le ali e, infine, la punta. La durata della fioritura varia normalmente dai 5 ai 15 giorni e in annate come questa può partire molto precocemente: quest’anno è partita con un anticipo rispetto alla media di circa 10 giorni.
L’impollinazione avviene principalmente grazie al vento (impollinazione anemofila). Durante la fioritura possono avvenire diversi fenomeni tra cui la colatura, una caduta superiore al normale di fiori non ancora fecondati. Le cause possono essere diverse: in parte genetiche legate alla varietà, in parte fisiologiche, legate a eventuali carenze o eccessi nutrizionali, come per esempio tutto ciò che esalta la componente di vigoria della vite, e in parte legate a patologie come virosi o giallumi o dovute ad un clima freddo e piovoso. Fenomeno diverso è l’acinellatura con formazione di piccoli acini che non riusciranno a completare lo sviluppo: in questo caso il polline ha indotto lo sviluppo del frutticino ma non ha completato la fecondazione.
Dopo la fioritura, con l’avvenuta fecondazione degli ovuli, si ha l’allegagione con la formazione del frutticino che ingrosserà dando origine alla bacca e quindi al grappolo che può essere più o meno compatto, spargolo e di forma cilindrica, conica, alata o meno, caratteristica legata alla varietà di vite coltivata. All’interno dell’acino troviamo generalmente 4 vinaccioli.
Come proteggere la fioritura
La fase fenologica della fioritura è molto delicata: infezioni fungine importanti da Plasmopara viticola (peronospora), da Uncinula necator (oidio) o da Botrytis cinerea (botrite) possono compromettere la produzione. Per questo motivo la fioritura viene protetta adeguatamente con i trattamenti fitosanitari antiperonosporici, antioidici e antibotritici scelti in base all’andamento stagionale. Generalmente si cerca di intervenire ad inizio fioritura o prefioritura per “disturbare” il meno possibile questa importantissima fase.
Oltre agli attacchi fungini negli ultimi anni è sempre più diffusa la presenza della tignoletta della vite o Lobesia botrana, un lepidottero tortricide specifico della vite che compie dalle tre alle quattro generazioni all’anno e una delle generazioni, l’antofaga, coincide esattamente con la fioritura della vite. La larva della tignoletta lega con filo sericeo i fiori del grappolo, masserelle dette “glomeruli”, e vi si imbozzola per trascorrervi i giorni necessari al suo sviluppo in farfalla adulta. La generazione antofaga non viene mai controllata da trattamenti insetticidi poiché il danno in questa fase è minimo e la presenza della tignoletta stimola i suoi naturali competitori, insetti antagonisti, ad incrementare le popolazioni.
Durante la fioritura della vite non si eseguono trattamenti insetticidi in vigna: non si può escludere infatti che, comunque, vi siano delle api attratte dal profumo del fiore o, in ogni caso, insetti pronubi attirati anche dalle erbe spontanee in fiore.
Il clima: elemento fondamentale
La fioritura ideale, quella che assicura alte percentuali di allegagione, necessita di un clima caldo ma non torrido, preferibilmente ventoso e molto luminoso. Queste condizioni sono anche indispensabili per la formazione delle gemme che porteranno il fiore l’anno successivo. In entrambi i casi è importante che la vite non sia in stress idrico e che però non ci siano nemmeno eccessi idrici: se sono soddisfatte tutte queste condizioni la fioritura avviene velocemente e l’allegagione è completa.
La vite, come altre colture, sta risentendo del cambiamento del clima degli ultimi 30 anni. Diversi studi hanno confermato che le fasi fenologiche più sensibili al riscaldamento dell’emisfero Nord sono quelle che vanno dalla fioritura alla maturazione mentre la data di inizio germogliamento è risultata meno sensibile. L’effetto della temperatura è evidente nella sempre maggior riduzione dei giorni che intercorrono tra germogliamento e fioritura e di quelli tra invaiatura e maturazione che si riflette, infine, in una maggior precocità della vendemmia sia per le varietà precoci che per le varietà tardive.
Fioritura e stima del raccolto
La fioritura si presta bene anche ad una prima stima della possibile produzione: il numero delle infiorescenze si rifletterà poi, in condizioni ottimali di clima, acqua, e nutrizione della vite in egual numero di grappoli di uva. La stima in fioritura è una stima con un discreto margine di errore ma è comunque importante poiché permette di definire, a grandi linee, i volumi di raccolta in un’azienda e, in vigna, l’eventuale necessità di effettuare diradamenti di produzione nelle successive fasi di sviluppo del grappolo. La stima in fioritura va sempre confermata da una successiva stima nella fase dell’invaiatura, fase in cui la stima produttiva ha un minor margine di errore. In maggio – giugno, infatti, non si possono prevedere quelle condizioni climatiche estive che saranno poi fondamentali per qualità e quantità di uve da raccogliere.
Infine, spesso l’epoca di fioritura, più precisamente la data di “mezza fioritura” in cui è sbocciato il 50% dei fiori, viene utilizzata per una prima stima dell’epoca di raccolta, calcolando che, mediamente, dalla fioritura alla raccolta passano dai 90 giorni ai 120 giorni. In realtà è una stima meno attendibile rispetto a quella fatta all’invaiatura poiché il periodo fioritura-vendemmia è un periodo fortemente influenzato dal carico di uva per pianta e soprattutto dalle condizioni climatiche estive relativamente soprattutto alla disponibilità di acqua.
Se vi capita di visitare un vigneto fra fine maggio ed inizio giugno, fermatevi ad osservarne la fioritura e respirate profondamente il caratteristico profumo sottile, penetrante e che “sa di pulito” della vite e pensate che una fioritura così poco appariscente è la base per i vini che tutti noi amiamo.
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