La Popillia Japonica | Approfondimento
È presente sul territorio italiano da pochi anni, ma già si è fatta riconoscere come una delle principali minacce per le piante coltivate e spontanee. Stiamo parlando della Popillia Japonica, un coleottero originario del Giappone, ‘planato’ inavvertitamente anche in Europa e negli Usa probabilmente in seguito a voli commerciali. Nel 2014 sono stati ritrovati i primi esemplari in Europa continentale, proprio in Italia nella zona del Milanese, nella valle del Ticino.
Chi l’ha vista
È il suggestivo titolo dato, dal Settore Fitosanitario e difesa delle produzioni della Regione Emilia-Romagna, alla campagna informativa dedicata a questo insetto, indicandone con precisione caratteristiche e pericolosità. Fin da subito, per limitarne la diffusione sono stati adottati diversi provvedimenti, via via aggiornati, a partire dal decreto ministeriale del 17 marzo 2016, a cui ha fatto seguito nel 2019, il Regolamento di esecuzione 2019/1702, dell’Unione Europea, che inserisce la Popillia japonica fra i 20 organismi nocivi da quarantena da considerarsi prioritari, in quanto molto pericolosi per i contraccolpi in termini economici, sociali ed ecologici che potrebbero comportare sul territorio europeo.
L’identikit
La Popillia Japonica ha caratteristiche molto peculiari che la rendono facilmente riconoscibile, come ben spiega il servizio Fitosanitario nei materiali diffusi per la prevenzione. Allo stadio adulto, sono coleotteri lunghi circa 10-12 mm con elitre iridescenti color rame, mentre il torace e la testa sono di colore verde metallizzato. Altro elemento caratterizzante è la presenza sul corpo di 12 caratteristici ciuffi di peli bianchi, a gruppi di 5 lungo ogni lato dell’addome e altri 2 più grandi vicino all’estremità inferiore. Una caratteristica, questa, molto riconoscibile e che consente di identificare gli insetti. Nella fase adulta possono essere individuati principalmente durante la tarda primavera e l’estate. Negli altri stadi, uova, larve e pupe, gli esemplari di Popillia Japonica vivono nel terreno e sono quindi più difficili da vedere e da riconoscere.
Un anno, una vita
Nelle nostre zone la Popillia Japonica compie un solo ciclo di vita all’anno. Le larve svernano nel terreno, mentre l’insetto adulto si presenta a partire dal mese di giugno, per trasferirsi sulle piante, sia per nutrirsi che per l’accoppiamento. Il momento di maggiore presenza si ha verso la metà di luglio, anche se la ‘fase di volo’ dura fino a settembre. Avviene poi la deposizione delle uova nel terreno, in gallerie profonde 5 – 10 centimetri. Le larve, che si schiudono nei giorni successivi, possono scendere ancora più in profondità, con il progredire dell’inverno. Con l’arrivo della primavera si spingono di nuovo in superficie, pronte ad iniziare la ‘fase adulta’.
Pericolosa a tutte le età
Sono due i motivi principali che hanno fatto sì che questi coleotteri finissero subito nella black list dell’Unione Europea: la loro voracità e la loro capacità di fare ‘massa critica’. Sia allo stato larvale che a quello adulto, la Popillia Japonica è in grado di fare grandi danni. In inverno le larve si sviluppano nel terreno, banchettando con le radici di graminacee. Questo significa che possono compromettere il tappeto erboso di campi, utilizzati per l’agricoltura e anche per attività sportive. Una volta divenuti adulti, dalla fine del mese di giugno e nell’estate, invece gli insetti dimostrano le loro doti di buongustai – non a caso sono definitivi polifagi – nutrendosi di foglie e fiori di circa 300 piante. Tra le varietà più apprezzate figurano melo, rovo, olmo, vite, graminacee, tiglio, mais, acero, rosa, pesco, soia, e anche la vite non fa eccezione. Dopo il loro passaggio le foglie sono scheletrizzate, il che significa che ne restano solo le nervature. Non solo, la seconda caratteristica che li rende particolarmente pericolosi è il loro essere gregari. È facile quindi trovare, magari su una singola pianta, diversi esemplari come decine o centinaia, aumentando di pari passo la velocità nel fare danni.
La situazione in Emilia-Romagna
In ragione della vicinanza con la Lombardia, dove la presenza della Popillia Japonica è stata segnalata la prima volta, la situazione viene monitorata con puntualità dalla Regione Emilia-Romagna, che ha varato alla fine del 2022 nuove disposizioni attuative di intervento. L’attività informativa viene affiancata da un monitoraggio puntuale, nelle zone cuscinetto lungo il confine, ad esempio nel Piacentino, con la Lombardia. Ad oggi gli esiti dell’attività di controllo sono stati negativi. A giocare a favore, in questo caso, potrebbero essere le caratteristiche di questo territorio, con terreni secchi e temperature elevate, mentre la Popillia Japonica predilige terreni umidi e un clima più temperato. Considerazioni che non devono comunque far venire meno l’allerta: la comparsa di questo coleottero in nuove aree deve essere immediatamente segnalata alle autorità fitosanitarie regionali.
A chi rivolgersi
Settore fitosanitario regionale tel. 051 5278111 e-mail: [email protected]
Consorzio fitosanitario provinciale di Parma tel. 0521 292910 e-mail: [email protected]
Consorzio fitosanitario provinciale di Piacenza tel. 0523 571245 e-mail: [email protected]
Testo redatto in collaborazione con Sara Monaco, agronomo di Cantina Valtidone
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